Ti ricordi di quella volta che mi stavi guardando dentro l'orecchio e ci hai visto un punto nero che ti ha sconvolto? E che poi me lo volevi togliere o schiacciare o estirpare o non so come si dica in termine preciso; ma io ti ho detto che non era il caso perché eravamo morosi e se si sta insieme queste cose non si possono fare perché sono di un tipo di intimità diversa da quella che hanno due che stanno insieme. Ma tu insistevi e allora io mi sono davvero incuriosito perché da come ne parlavi questo punto nero doveva aver avuto un diametro di almeno setteotto millimetri gagliardi, come direbbe mio nonno per dire abbondanti. E allora non ti ho lasciato comunque toccarmi quell'affare. Però mi venuto in mente che un giorno quando ero ragazzo io e un mio compagno di scuola avevamo pensato di fondare un sistema filosofico sul fatto che fossimo fatti di vuoto, anche proprio biologicamente e che volevamo prendere in esame lo statuto ontologico del punto nero; ma poi era arrivato Massimo che aveva una mente tutta scientifica e ci aveva spiegato che il punto nero è qualcosa e che quindi noi avevamo torto, ma l'argomentazione mi sembrava sciocca. Come quella che aveva usato il papa, che però al tempo non era ancora papa ma solo prefetto alla dottrina di qualcosa, insomma lui. Lui era venuto a Belluno, anzi non proprio a Belluno era venuto a Col Cumano che era un posto che faceva veramente schifo perché ti portavano lì a fare quella specie di ritiro prima della cresima dove sentivi solo una marea di cazzate e anche il prete faceva il simpaticone e cantava le canzoni in spagnolo ma a me interessava solo giocare a pallone a scambiarmi le figurine con gli altri. Insomma della puzza di sacrestia non mi interessava molto ma sentivo già che non mi piaceva. Allora il papa, che non era ancora papa, era venuto lì per presentare un suo libro e per portare un po' di spiritualità a quei montanari del cazzo che siamo noi bellunesi; però io non sono un montanaro sono uno di provincia, perché Belluno è una provincia, non tipo Conegliano che è più grande e ci ha anche un sacco in più di negozi come dice mia zia, ma non è provincia. Insomma, siccome mi interessavo già di filosofia, più che altro di metafisica volevo sapere un po' meglio com'era il rapporto tra l'esistenza di dio e la presenza, che è innegabile, del male nel mondo e io lo sapevo già che il male c'era perché avevo letto Leopardi anche se mia mamma era ancora viva mio papà era ancora felice e mia sorella sorrideva sempre e i miei nonni erano vecchi ma non così vecchi e io giocavo anche a basket. Allora gli avevo chiesto, al papa, che non era ancora papa questa cosa sullo statuto ontologico del male e tutti si erano girati a guardarmi perché ero davvero così giovane però sembravo ancora più giovane, e anche adesso sembro più giovane di quello che sono. Poi qualcuno rideva perché non aveva capito che ontologico significa relativo all'essere e non ha niente a che fare con lo sporco che in dialetto veneto si dice onto. Così dev'essere stato proprio strano sentire un ragazzino che faceva una domanda sullo sporco al papa, che non era ancora papa, però era anche normale perché a Belluno non si sa cosa sia la questione dell'essere perché come aveva detto Gunther Anders che il suo maestro Heidegger gli aveva detto che bisogna essere i pastori dell'essere e non i signori dell'ente e lui, Anders, quando faceva l'operaio diceva che non capiva proprio cosa voleva dire l'essere quando sei per otto ore davanti a una macchina. Così a Belluno che sono tutti nelle fabbriche degli occhiali non potevano capire quelle cose e poi che cazzo è sto ente? L'imps o un altro ente statale, che altro? Così dicevano io bellunesi al bar se gli chiedevi una roba del genere. Allora il papa, che non era ancora papa mi ha detto che il male non è, cioè che l'essere è bene e che il male è una sottrazione di essere, cioè che se ho un vestito e ci faccio un taglio ho ancora il vestito che è un bene, ma un po' rovinato, che è il male, però ho ancora il vestito che rimane un bene e infine se quel taglio diventa enorme e occupa tutto il vestito allora non ho più il vestito, che è il bene, ma ho solo in male che è il vuoto e quindi non c'è, è niente. A me sta risposta mi è sembrata un a gran cazzata perché se uno ha un tumore non si può dire che sia un bene, però le cellule che impazziscono e che provocano il tumore ci sono eccome e allora il male è e allora se c'è anche dio allora vuol dire che o non è onnipotente o non è buono e allora che dio è? Che permette i terremoti e i tumori e i campi di concentramento e la morte in generale? Allora non è mica più il caso di andare a messa, però una volta mi è toccato perché dovevo fare il padrino per la cresima di mia sorella e anche lì era successo casino perché non avevo voluto fare la comunione ed ero stato l'unico padrino che non aveva fatto la comunione e la mia famiglia ci faceva una brutta figura perché a Cusighe, la frazione da cui vengo è piena di democristiani figuranti della domenica che poi escono dalla chiesa e bestemmiano tanto e anche io bestemmio, ma almeno non ci vado a messa e ho le mie ragioni perché se esiste o non è onnipotente o non è buono e allora almeno se bestemmio senza andare in chiesa vuol dire che forse io sono l'unico che ho una speranza anche se sono disperato perché nella mia vita mi va tutto male. Cioè ho una speranza di qualcosa, cioè vorrei ci fosse ma so che non c'è e questo è davvero un pensiero incasinato, tipo quello che diceva che siamo fatti di vuoto, proprio come il punto nero che è chiaro che è fatto di vuoto...ma allora ha ragione il papa, che non era ancora papa, che il male non è perché è il vuoto? Cazzo no! Allora ha ragione Massimo, perché il punto nero è pieno di pus, che è, quindi è anche il male, come è il pus. E il vuoto? Ecco il vuoto è Dio, che è niente. Quindi il bene è niente e il male è tutto... Ma basta con ste puttanate. E basta toccarmi questa merda di punto nero nell'orecchio. Limoniamo piuttosto. Ah, cazzo hai ragione: non siamo più morosi, ecco perché ti ho lasciato violentare l'interno del mio orecchio.
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