Dopo capodanno, l'avevo detto che mi sarei tagliato la barba. Così son già passati dei giorni e non me la son ancora tagliata. Potevo farmela, la barba domenica e invece ho deciso di farla l'indomani; solo che era lunedì e ero di corsa. Allora ho lasciato il lavandino sporco perché dovevo uscire a far finta di cercar lavoro, così avrei continuato a lamentarmi di non trovarlo e a piangermi addosso per poi raccogliere le lacrime e distillarle e ubriacarmicisi. Il problema è che non venivano le lacrime, ma avevo davvero sete e allora mi sono messo a tagliare una cipolla sul tavolo della cucina della casa che era dei miei genitori, quando c'erano. Allora avevo proprio voglia di giocare alle barricate con la pigrizia e che lei vincesse, la pigrizia e che io mi consegnassi a lei come un soldato in ritirata. Ma poi ho letto Simone Weil che scrisse nella lista delle tentazioni da leggere ogni mattina che la più nociva era proprio la tentazione alla pigrizia. Cioè non lo aveva scritto proprio così ma lo deduco io perché pigrizia era scritto in grande o in corsivo non ricordo e poi, anzi, c'era davvero scritto tra parentesi che era di gran lunga la tentazione più forte. Allora mi son dovuto mettermi a sistemare la vecchia camera mia e ci ho trovato una scatola rossa con su scritto the stupid box e lì dentro c'era ancora una vecchia tazza che mi avevi regalato tu e lì ci avevo messo le tue foto e le lettere che mi avevi scritto quando eri in Francia. E allora mi son ricordato che mi avevi regalato anche una coperta arancione che uso ancora, che dicevi fosse necessaria per sopravvivere a quell'inverno da lontani. E l'inverno, che è la mia stagione preferita, noi non l'abbiamo mai vissuto in pace: prima eri via, poi abbiamo dovuto rincorrerci nei lutti, poi lavoravi e io non c'ero. Però quella coperta ce l'ho ancora anche nella casa nuova e tu dici di sentirti a casa adesso, anche se io non ci sono e la casa non è quella mia. E di inverni da lontani ce ne saranno parecchi. Così decido di ascoltare l'unico proposito decente che mi è stato proposto per il nuovo anno e mi rileggo il Dialogo di un venditore d'almanacchi e di un passeggere di Giacomo da Recanati: “Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice? No in verità, illustrissimo.” E quasi fuori c'è la sera che viene e con lei le ronde padane. E io comincio quell'operazione che con gaudio le forze dell'ordine chiamano rastrellamento e così pulisco il lavandino dalle reliquie di una barba, il tavolo della casa che era dei miei genitori dalla cipolla tagliata, ma la scatola rossa, quella no non la richiudo e ne vado a dormire da solo sotto la coperta arancione. Ma facendo mente locale sospiro che per fortuna oggi l'esito del rastrellamento dice che non ci sono stati caduti.
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