giovedì 13 gennaio 2011

Virus Coxsackie

Siccome attorno avevamo più grattacieli che cieli dove grattarci via l'esantema dal cuore e tu mica parli di me nei tuoi discorsi. Allora ci siamo rivisti in quella foto estiva dove si vedeva che tu non soffrivi il caldo e che io ho i piedi un po' piatti, perché si vede che il piede sinistro lo butto verso fuori quando cammino. E sarà per questo che le scarpe, io le consumo sempre nella stessa maniera e mi lamento che mi fanno male i piedi. Che però mi fanno meno male che ai soldati in ritirata. La loro preoccupazione, di sti soldati era solo di non morire e noi non lo potevamo capire perché c'era chi ci diceva che una volta si nasceva e si moriva ma che ora si nasce morti e pochi hanno la fortuna di morire ancora perché adesso al massimo le vescicole seguono la tensione cutanea senza particolari complicanze. Ma io non gli credevo a loro perché non ero capace di star lì a tenermi di conto delle cifre della storia, preferisco camminare. E farmi far male ai piedi, che sono un po' piatti i miei. Però tu pensavi ai piatti che dovevamo tirarceli come nei romanzi e io che non lo volevo che i piatti stessero a mezz'aria tra i grattacieli. E allora i piatti li abbiamo solo cambiati di sistemazione, senza farli volare. E non startene a chiedermi cosa ne penso di qua o di là perché me ne sono già sloggiato. Così disfo le domeniche come un letto fatto a dovere in cui vi si getta sopra una catastrofe, o solo un ciccione. E chi lo sa se ci si risolleverà mai da sta malattia che spezza i nervi; per fortuna che non è estate come in quella foto e viene buio presto. E cammino come una barca senza una mano che la armi e con i piedi che mi fan male. Senza niente da raccontare e con la penna che disarmata nella mano riempie il silenzio di unghie mangiucchiate. E se avremo tutto io rivorrò anche le mie dita rosicate e i piedi che mi fan male. Anche se di solito si dice che abbia generalmente un decorso benigno.

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